trieste sottosopra | vademecum per “taliani”

ph. Andrea Perotti

Una “taliana” come me, per dirla alla Covacich, _ “I taliani sono tutti gli abitanti della  penisola che non sono triestini, tutti coloro che per comunicare si affidano all’ idioma nazionale o che nello sforzo pur lodevole di esprimersi in triestino tradiscono un accento allogeno” _non può non leggere“Trieste sottosopra” … non  soltanto  un  piccolo libro scritto divinamente bene  ma un esilarante, arguto, poetico a volte amaramente sarcastico trattato sociologico.

Un manuale della sopravvivenza  per chi arriva a Trieste e si vuole fermare, o per chi di passaggio vuol vedere Trieste al di là  delle suo aspetto urbano e vuole cogliere la vera essenza  di questa città e dei suoi abitanti .

Un vero e proprio vademecum...  Trieste  vista con gli occhi del cuore e della mente di  un triestino, Mauro Covacich, che la  ama profondamente  accettandone  e capendone i difetti. Un amore  che si coglie immediatamente nella  sua geniale,  personale, azzeccatissima visione di Trieste e della triestinità. “Oggi la mia città è una Sissi col body in lycra ..una Sissi col piercing, i capelli blu cobalto, una salamandra tatuata sul collo.Ha ancora le dita affusolate di una principessa ma si mangia le unghie.”… “Accanto alla Trieste austroungarica…c’è  sempre stata un’ altra citta’, morbida disinvolta picaresca, dai connotati quasi carioca…” C’ è  un vitalismo moderno un pò  easygoing, alla californiana. Un amore per la vita che veneti e udinesi considerano erroneamente come godereccio, solo perchè non si confà agli standard della produzione e del profitti nordestini… Trieste come la Napoli del nord” “Ecco _ Rio, California, Napoli _ questa Trieste e questa triestinità non hanno raggiunto quasi mai le pagine dei libri…” In questa visione assumono un ruolo chiave  i luoghi del dolore..“Quando parliamo della gaiezza dei triestini, della loro esuberante gioia , dobbiamo sempre ricordare la Risiera e Basovizza, dobbiamo ricordare che è gente cresciuta in un posto zeppo di rabbia, dolore e morte. Insomma, non è solo con lo spirito aperto del mare che si spiega la volontà di godersi le cose della vita, ma anche con una sottile, inconsapevole angoscia, l’insopprimibile desiderio di superare e rimuovere.”

  …  Esilarante e istruttivo  il capitolo sulle spiagge triestine …i “bagni”da Barcola all’ Ausonia con una digressione poetica e  precisa  della Clanfa _il tuffo triestino doc per eccellenza, dietro cui si cela una filosofia_…In aria si apre a mò di pipistrello e scende verso l’ acqua perfettamente parallelo alla superficie. E’ come se stesse davvero galleggiando nel vuoto: le mani dietro la nuca, le gambe tirate indietro con le ginocchia piegate,e la faccia,be’, la faccia nella classica imitazione di Snoopy in estasi. Agli occhi di un profano, questo ragazzino sta per prendersi una sonora panciata, per cui ancor più risalta la sua espressione buddista_la pantomima dell’ ingenuo –sul – punto – di – farsi -male è parte essenziale del tuffo. A un centimetro dall’ acqua…  si chiude nella forma di un ferro di cavallo, cioè appunto di una clanfa, provocando il canonico tonfo tipo bomba di profondità, e un geyger alto in cielo..”

La descizione di Chiarbola /Little Istria a Trieste,la “passeggiata sveviana” in cui Covacich si cimenta partendo dalla statua di Pzza Hortis in giro per la città . La  personale e romantica visione della statua dello scultore Mascherini in piazza Oberdan, I caffè e il caffè …pezzo strepitoso, il parco di S Giovanni altrimenti conosciuto come ex Ospedale Psichiatricole osmizze ...Villa Revoltella .. “Per quelli che non possono andare al mare, o che più semplicemente lo  detestano”..l’ anima proustiana di Covacich. .fino all ultimo capitolo dedicato al Cimitero Monumentale  di S Anna.Preziosa guida “fuori dagli schemi” per capire una città ai più di primo achito incomprensibile e proprio per questo libera  e ammaliante  per  sua  diversità.

Trieste sottosopra Mauro Covacich –Editori Laterza  

 

 

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