il giardino pubblico | un piccolo central park nel cuore di trieste

Dapprima per vari giorni giunsi solo fino al Giardino pubblico e con la sincera intenzione di gioire di quel verde che apparisce tanto puro in mezzo al grigio delle strade e delle case che lo circondano” (da “La Coscienza di Zeno” di Italo Svevo)

E’ proprio questo il Giardino Pubblico, un grande polmone verde incastonato, altro rispetto a ciò che lo circonda, tra le vie più trafficate di Trieste.
Lo frequentavo molto quando ci portavo i ragazzi, allora bambini, a giocare dopo la scuola.
Percorrevamo tutto il Viale xx settembre, di gran lena, ché il gioco non doveva aspettare. In primavera era d’obbligo una sosta per il gelato da “Pipolo”, lungo il Viale, storica gelateria ora sostituita da un altrettanto attraente ma meno affascinante fast food.
In autunno, invece, si deviava verso la via Battisti dove ad aspettarci c’era il chiosco delle caldarroste, il cui profumo pervadeva l’aria d’intorno.
Nell’attraversare la via, tenevo ben strette le manine, sfuggenti, dei miei bambini.
Tantissimi altri bambini trepidavano, stretti alle loro mamme, nonne, papà… in attesa di raggiungere il cancello del giardino .
Facce conosciute dalla quotidianità.


L’ingresso principale è proprio dietro al grande monumento di Domenico Rossetti che domina la via Battisti.
Sulla cancellata di lance nere di ferro battuto e sulle colonnine ai lati una serie di interdizioni: è vietato condurre cani e transitare in bicicletta,  è vietato giocare al pallone, è vietato calpestare le aiole…
I bambini non appena varcavano la soglia di quel cancello, si divincolavano e, incuranti dei divieti, correvano liberi, inoltrandosi nell’ordinato intrico dei viali, allora di sterrato bianco, verso la zona dei giochi, proprio sul lato opposto del giardino.


Venivano risucchiati da quel bosco, con enormi platani bitorzoluti, che era per loro una selva in cui combattere battaglie di corsari, di soldati e dei cavalieri  jedi di star wars.
Sfrecciavano veloci,  brandendo spade immaginarie, seguiti a vista dallo sguardo attento di noi adulti _ si sa, tutti i giardini pubblici richiedono attenzione _ davanti a una qualche coppietta avvinghiata su una panchina, o a vecchietti seduti tranquillamente a godersi un po’ di sano riposo.
I busti immobili dei poeti triestini, che spuntano qua e là tra cespugli colorati erano, per loro, di volta in volta, nemici da combattere, nascondigli sicuri o la tana per il loro nascondino.
Era d’obbligo passare sopra il piccolo ponte del laghetto, poco più che uno stagno ma che merita il più nobile appellativo di lago per il ponte, per i cigni e per l’isola tra le ninfee. Tanto bello e attraente, che mio figlio, il più grande, sempre pronto a disattendere qualsiasi raccomandazione, è stato capace di caderci dentro per ben due volte.


Finalmente si arrivava ai giochi, alle altalene, al piccolo aereo di legno, al minuscolo campetto da calcio in erba sintetica delimitato da un’alta rete metallica, per impedire ai palloni di affollare la vicina via Marconi.
Mi sedevo li, insieme alle amiche, a vigilare, ad aspettare che i giochi finissero, che le ombre degli alberi anticipassero la sera.
Anche ora mi capita di passare per il Giardino pubblico. Più raramente. Per evitare lo smog e il traffico delle vie circostanti.
Le panchine sono sempre occupate dalle giovani coppie o da qualche pensionato che si legge il giornale e si prende il sole o la frescura a seconda della stagione.


I bambini sono sempre quelli, anche se i volti non mi sono più familiari. Scorrazzano felici, inventando sempre nuovi giochi.
La scorsa domenica ci sono passata, con mio marito, diretta alla fiera di San Nicolò. Numerosi joggers correvano atletici, incuranti della bora.
Al Giardino pubblico si va per svagarsi, per giocare, per prendere il sole o la frescura, per fare jogging o anche solo una passeggiata.O per assistere ad uno spettacolo estivo sotto le stelle.
Un piccolo Central Park nel cuore  di Trieste.

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1 Comment

  • silvia scrive:

    Onestamente io soffro molto la mancanza di spazi verdi “aperti”, forse son stata viziata nel vivere a Londra e a Bologna, ma avere un parco dove puoi andarti a stendere mi manca tanto =( il giardino pubblico è bello ma molto cementato e poco verde a parer mio, molto rigido, molto “austriaco” :P

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