civico museo d’arte orientale

Una domenica di gennaio, l’apertura straordinaria del  Museo d’Arte Orientale – un museo proprio nel cuore di Trieste, nel restaurato palazzetto Leo, a pochi passi da Piazza Unità – con visita guidata e laboratorio per bambini. Approfitto per andarci finalmente. Mi dispiace solo di non aver figli piccoli da portare.

Le mie figlie ormai sono grandi e comunque, essendo cresciute a Hong Kong, per loro gli usi e costumi del mondo orientale non hanno il fascino dell’esotico.

Due guide vestite di cheongsam attendono i bambini, mentre gli adulti salgono al terzo piano per iniziare il tour del museo che, per motivi logistici, inizia al terzo piano, con la sezione sul Giappone. Man mano che si scende seguono le sezioni sulla Cina, sul Gandhara e sul rapporto di Trieste con l’Oriente. Ogni sezione espone oggetti d’arte e d’artigianato, memorie e ricordi di viaggio, testimonianze di vario tipo e reperti di carattere etno-antropologico. Le spiegazioni sono tutte bilingui – in italiano ed inglese.

Si passa dal tragico mondo dei samurai, con le loro armi insanguinate, alle tradizioni, i riti e le religioni diffusi in Giappone, dalle maschere e gli strumenti musicali del teatro popolare alle stampe preziose tra cui anche La grande onda presso la costa di Kanagawa Hokusai (lo sapevate che anche le opere d’arte orientali si leggono da destra a sinistra, e non iniziando dall’alto a sinistra per finire in basso a destra come da noi?). L’occhio dello spettatore viene guidato a seguire il movimento dell’onda, che cresce da destra a sinistra e s’infrange per portare lo sguardo in basso verso il vero protagonista, la cui immagine viene ripetuta anche tra le onde: il Monte Fuji.

Al primo del museo d’arte orientale piano poi la Cinaabiti e tessuti cinesi in seta ricamata con i loro colori e i loro simboli, oggetti rituali, porcellane e ceramiche, artigianato.

Mi colpiscono la bussola che viene utilizzata per risistemare gli equilibri e la sfera cinese detta anche “rompicapo” in avorio – veramente una serie di sfere concentriche, contenute l’una nell’altra e intagliate finemente, che girano indipendentemente.

La preziosa collezione di sculture del Gandhara esposta al piano terra sono state acquistate nel 1955 grazie alla partecipazione di uno scienziato triestino alla spedizione italiana al Karakorum.

Il tour finisce (o inizierebbe) con il “Gabinetto Cinese Wünsch”, un curiosissimo negozio-museo – riprodotto proprio qui – che all’epoca veniva considerato dagli stessi triestini un “vero e proprio circolo di ritrovo culturale”. Aperto nel 1841 sul Corso dall’imprenditore austriaco Wünsch sull’onda della diffusione dell’orientalismo in Europa, aveva una pasticceria al piano terra e una ricca raccolta di oggetti di origine “orientale” (dalla Siria al Giappone) da visitare al piano di sopra. Il prezzo del biglietto d’ingresso poteva venir scalato dall’importo di eventuali acquisti.

Tutte le foto pubblicate sono courtesy della fototeca del Comune di Trieste.

Il  Museo d’Arte Orientale è aperto ogni mercoledì e sabato dalle 9 alle 13.

 

 

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Palazzetto Leo, Via San Sebastiano 1
informazioni tel. 040 6754068
e-mail: museoarteorientale@comune.trieste.it
biglietti: intero euro 4,00; ridotto euro 3,00; gratuito per i bambini fino ai 5 anni;
servizio didattico e/o visite guidate euro 3,00

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1 Comment

  • Roberto scrive:

    bello … non resta che andarlo a visitare …. per fortuna ci siete voi che ci illustrate le bellezze e i tesori della nostra città!

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