Poco importa se le decorazioni natalizie _ un alberello e qualche festone colorato _ sono sempre lì, anche in piena estate.
Non si viene al Salvagente per il locale.
Si viene per il clima familiare, per l’ottima cucina, per i prezzi contenuti, per Roberta e Edi che ti trattano come uno di famiglia…
Il Salvagente, posto unico nel panorama delle osterie triestine, è defilato nella piccola Via dei Burlo, 1 a ridosso delle Rive.
E’ un posto da non mancare, quando si viene a Trieste.Aperto tutti i giorni, compresa la domenica, dalle 7.30 alle 15.30, assolutamente non turistico, per nulla “modaiolo”, è frequentato da affezionati avventori che si ritrovano lì ogni giorno, ognuno sempre nella stesso tavolo, sempre alla stessa ora.
Entrando il tavolo sulla destra, nell’angolo, dietro la porta è sempre occupato da un’anziana signora, di bell’aspetto, che qui sembrano tutti conoscere. Spesso è sola, altre volte la si trova a chiacchierare con qualche amica. L’altro giorno è stata raggiunta da una sua coetanea, dal passo incerto, sorretta da un vecchio bastone di legno. Anche’ essa mi è parsa conosciuta. La salutavano tutti come “la professoressa”.
Al centro del locale, ad un tavolo da quattro, Enzo consuma i suoi pasti leggendo avidamente “il Piccolo”.
Al capo del tavolone più a sinistra una signora di mezza età compila tutti i giorni sudoku in attesa del pranzo.
Spesso ci si può trovare qualche nome dell’intellighenzia triestina: che so, Pino Roveredo, Alessandro Mazzena Lona, responsabile della cultura del “Piccolo” o il prof. Giacomo Borruso, già Magnifico Rettore dell’Università di Trieste, per citare gli ultimi in cui mi sono imbattuta.
Il clima è comunque sempre familiare.
Roberta, magra, bionda, con vispi occhietti che ti osservano dietro le spesse lenti, sempre con il suo grembiule, sa già cosa vogliono i suoi ospiti, ma elenca i piatti del giorno che il marito Edi cucina con cura.
Un menu semplice e casalingo, che cambia ogni giorno i ragione di quello che si riesce a trovare al mercato.
Non mancano mai, in ogni caso, la minestra di verdure, gli spaghetti alle vongole e dei mitici sardoni panadi.
In tempo di canoce poi, id est cicale di mare _ “da prima di Natale a fine febbraio, quando inizia a fare caldo” mi insegna Edi _ qui le puoi trovare sia panade e fritte, sia in bianco: una vera rarità da intenditori.
Non lontano dal Salvagente c’è uno splendido ristorante giapponese, di gran moda, che io adoro…ma non è la stessa cosa!
Il Salvagente
Via dei Burlo, 1 – Trieste
040 305205