caffè san marco: europa, non più mittel

Caffè San Marco _ Trieste

La luce fioca, i soffitti alti, i tavolini di ferro e di marmo rosso _ quel bel marmo veronese che mi riporta indietro nel tempo _ le sedie laccate di nero.

Il grande banco ha gli ottoni resi oramai opachi dal lento passare del tempo.
I quotidiani sono tenuti insieme, come una volta, come sempre, da stecche di legno chiaro che pendono stancamente dal gancio appeso alla parete.
Le tendine, a mezza finestra, per impedire ai curiosi di sbirciare dalla strada, sono di merletto, bianche.
Alcuni avventori, chini sui loro giornali, che si scambiano con cortesia, sono alla ricerca di una qualche notizia succosa.
Qualche studioso, qualche scrittore (più o meno conosciuto), alcuni studenti. Sono seduti lì, intenti chi su un libro, chi su una rivista, chi sulle dispense sgualcite dalle lunghe notti di studio.
Qualcuno sembra essere anche famoso. Lo si desume dall’atteggiamento austero, dalla pila di libri e riviste appoggiate proprio lì, alla sua destra, sulla panchetta, anch’essa laccata, come le sedie, ma foderata diversamente, di una pelle nera, che lamenta il passare del tempo. E più è alta la pila dei libri, più _ mi viene da pensare _ sarà importante, lo studioso.

Caffè San Marco _ Trieste
La si desume_ l’importanza _ anche dalla riverenza di quell’unica cameriera, non più giovane, ma nemmeno vecchia, quasi _ direi _ senza tempo, di una serafica lentezza, che porta un grembiale color pelle, con il colletto bianco, lungo fin sotto le ginocchia, intrappolate in spessi collant. Mi ricorda molto, con un certo raccapriccio, la prof. di matematica della sezione A del mio Liceo Maffei di ormai molti anni fa. La mitica professoressa Vareschi, figura persa nel fluire del tempo.
Compare e scompare_ la cameriera _ da dietro il bancone, portando qualche tazza di te, qualche “nero e qualche “capo in b, specialità del tutto triestina.
Non mi meraviglia che la stessa riverenza non venga riservata a me. Non sono così importante.
Sembrava di entrare in un luogo d’altri tempi.
Sembrava, quando si entrava al Caffè San Marco, in via Battisti di fare un tuffo direttamente al centro della Mitteleuropa.
Eravamo a Trieste, ma potevamo essere a Vienna o a Budapest.
Un luogo non luogo, in un tempo che non era tempo.
Anche adesso, quando si viene al San Marco, si entra in Europa. Non più, però, Mittel.
Da quando il Caffè è stato preso in mano, dopo il rischio di chiusura definitiva, da Alexandros Delithanassis, le cose sono cambiate.libreria del Caffè San Marco _ TriesteLe luci non sono più fioche. I tavolini sono sempre quelli, di ferro battuto e di marmo. Le sedie anche, sempre lo stesso legno laccato, impreziosite, però, da moderni cuscini a righe.
Le tendine sono scomparse e, insieme agli sguardi curiosi dei passanti, dalle grandi vetrate riesce ad entrare anche la luce luminosa del sole.
La sala è affollata e sui tavolini, insieme al caffè o al tè vengono serviti ai numerosi avventori che vengono a leggersi quei quotidiani, che stanno sempre lì a penzoloni sulla parete, anche piatti di pasta, insalate e delle fette delle torte che ti guardano, enormi, dalla vetrinetta proprio all’ingresso del Caffè.
Scrittori, studiosi e studenti si mescolano ai turisti curiosi.
Anch’io mi mescolo con loro.
Perché quando sono a Trieste, quando torno a Trieste una scappata al San Marco la faccio sempre volentieri.
E non solo per un caffè. Adesso ci vengo anche e soprattutto per i libri.
Si, perchè qui l’operazione più coraggiosa e moderna è stata l’introduzione di una libreria, affidata alla cura e all’esperienza dell’amica Loriana Ursich, dalla quale andavo a farmi consigliare ancora quando era alla Einaudi di via del Coroneo.
Lei, Loriana, non solo consiglia ma adesso, nello spazio del Caffè, organizza: presentazioni di libri, incontri con gli autori _ molto disponibili , mi dice Loriana, sono tra gli altri, Covacich , Federica Manzoni e  Lisa Corva _ incontri con gli attori di prosa che passano dal vicino Teatro Rossetti… Collabora, inoltre, con l’attivissimo il Circolo dei Lettori con il quale, quatta quatta, sta organizzando anche il Triestebookfest, 3 week end tutti all’insegna dei libri e dei loro autori.
Ecco allora che proprio alcuni giorni fa sono passata di qui e tra un caffè ed una spremuta d’arancia, circondata dai libri di Loriana mi sono fatta consigliare per voi _ ma anche per me _alcuni titoli:

Javier Marias “Così ha inizio il male” ed.Einaudi
Tiziano Scarpa “Il brevetto del geco” ed Einaudi
Marylinne Robinson “Lila”e. Einaudi
Peter Schneider “gli amori di mia madre”ed. l’Orma
Annie Ernaux “Il Posto”ed. l’Orma

Qualcuno dice che Trieste sta morendo, che l‘Europa sta morendo soffocata dalle sue nostalgie per il passato. Il caffè San Marco, questo caffè San Marco ci dice il contrario.
Esempio di una rinascita possibile.

Antico Caffè San Marco
via Battisti, 18 Trieste
+39 0400641724
www.caffesanmarcotrieste.eu

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2 Comments

  • giovanna scrive:

    grazie Fra’, è sempre meraviglioso leggerti, il tuo racconto mi racconta quello di Andrea, che ogni tanto viene a studiare al caffè San Marco, la domenica mattina in cerca di nuova ispirazione!A presto

  • francesca scrive:

    Grazie Giò. Ci devi venire anche tu, a prenderti un caffè e a fare quattro chiacchiere!

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