2 giugno 2013 | tranquillo week end “di paura” in puglia

Mi sono ripresa a fatica dallo scorso week end.
Non è stato facile organizzare tutta la mia numerosa famiglia, ma alla fine ce l’ho fatta.
E’ arrivata la nonna, la mia amica Paola mi va a prendere il figlio che torna dall’allenamento di sci, l’altro viene riportato a casa da un’altra amica….
Insomma, dopo circa una settimana di telefonate, organizzazioni,  contrordini ecc.. sono riuscita ad incastrare tutto.
Finalmente io e mio marito possiamo partire “tranquilli” per la Puglia_ Bari _Ostuni_ Rosamarina dove ci aspettano  gli amici. Non mi pare vero, finalmente due giorni di relax in santa pace e si spera anche al sole, che qui a Trieste non si vede da giorni. Una breve corsa in macchina fino all’aeroporto, un volo di un’oretta con la Ryanair (in batteria come le galline, ma senza spendere follie) e siamo là.
Appena arrivati la nostra ospite con noncuranza ci dice “domani noi abbiamo una regata benefica, una cosa breve dalle 10 alle 12. Voi intanto potete farvi un giretto per Bari, visitate S. Nicola e poi ci ritroviamo a pranzo… se volete c’è anche una corsa benefica. 5 km per la lotta contro il tumore al seno”.
Sapeva dove andava a parare!
Detto, fatto. Alle nove di mattina del giorno dopo _ con una comoda sveglia alle sette, alla faccia del relax! _ io e Giovanni eravamo  alla partenza della 5 km.
Un fiume di gente, più di 10 mila baresi,  tutti pronti a correre per contribuire alla ricerca e alla lotta contro il tumore che colpisce le donne. Una corsa tutta rosa. Una splendida occasione per visitare _ in modo sportivo _ Bari. Una splendida iniziativa.
Dopo avere arrancato _ io, in particolare _ per poco più di mezzoretta, abbiamo gironzolato, un po’ infreddoliti, per la città. Bella e affascinante. Verso le undici ci telefona la nostra ospite: “Venite di corsa in taxi al Cus, che si sono liberati due posti in barca per la regata”.Cerchiamo un taxi e arriviamo tutti trafelati… giusto  il tempo per un passaggio in bagno _ non ne potevo più! _ e siamo stati caricati a tutta velocità su una bella barca di tale Attilio, barese con il vizio di partecipare a tutte le edizioni della Barcolana, capitanata da tale Peppo, con trascorsi agonistici di livello olimpionico. Ci vestono di tutto punto _ l’aria è particolarmente frizzante _ e via verso la partenza.
In barca siamo in nove.
I quattro uomini lavorano alle vele. Le cinque donne fanno zavorra _ che strano!

la_ bella _ zavorra !

Tutti strepitosamente simpatici. Sulla via della partenza chiacchieriamo e ridiamo. Molto piacevole.
Il vento  è intorno ai 20 nodi. Con raffiche fino a 25… Non male.
In partenza ci sono parecchie barche. Di tutte le stazze: si sono intrufolati anche quattro/cinque ragazzini con l’optimist  che probabilmente non si rendono conto di rischiare la vita!
Si sente lo sparo. Si parte.
“Partenza perfetta” sentenzia il nostro capitano! Io ho fatto fatica a vedere la boa di partenza!
Le raffiche aumentano. Dietro di noi una barca incaramella lo spin. Un’altra si piega pericolosamente quasi a toccare con l’albero l’acqua e perde un uomo in mare _ che, per fortuna,viene prontamente soccorso da un gommone dell’organizzazione.
Giovanni è cadaverico. Un po’ per la preoccupazione _ teme sempre che io  vada in acqua! _ e un po’ per la nausea. Si balla parecchio. Siamo in testa alla gara… filiamo abbastanza veloci tra un bordo e un altro e un continuo spostamento da una parte all’altra della barca per fare da contrappeso. Mi incastro tra le gambe di un’altra zavorra e il boma… Attilio mi da una pesante spinta e riesco a rotolare dall’altra parte della barca. Sono tutta dolorante. Come chi lavora al winch, professore universitario di anatomia, che si lamenta del mal di schiena, dell’ernia e cita tutti i muscoli che gli fanno male, nessuno escluso! Nonostante questi piccoli inconvenienti filiamo veloci verso l’arrivo.  C’è solo un problema: non riusciamo a vedere la boa di arrivo, che secondo le istruzioni della giuria, deve essere gialla. Continuiamo a filare veloci sulle onde del mare che continua ad aumentare… Scorgiamo la boa… ci avviciniamo… siamo sempre primi…  eccola lì davanti a noi. “Da che parte la dobbiamo lasciare?” sorge spontaneo il dubbio… analizziamo le istruzioni di regata che sono ormai brandelli di carta impregnata di salsedine. Dopo un consulto concitato arriviamo, tutti, alla conclusione di lasciare la boa sulla sinistra… Dovremmo essere primi… bravi… Stanchi ma contenti torniamo in porto. Sono le quattro, ho freddo e fame e sono stravolta… Mangiamo una strepitosa pasta con scorfano e cicala greca, una sorta di astice molto saporita… La mia amica Bambi, di cui scopro un lato che non conoscevo, è preoccupata: vuole vincere ma continua a rimuginare  sull’ultima boa. E se la boa  doveva restare a destra?
Intanto ci prepariamo alla premiazione… doccia veloce e arrivo al bellissimo Circolo della Vela di Bari, dove ci aspetta il verdetto… DNF, squalificati!… la boa doveva rimanere alla nostra destra!
Sono oramai le nove di sera… sono _ siamo _ distrutti. Stanchi ma contenti. Domani uno stipato aereo della Ryanair ci riporterà a Trieste, dopo un “tranquillo” week-end di paura…

2 Comments

  • Gio scrive:

    C’è invidiaaaaaa

  • Franco Degrassi scrive:

    Bello questo ideale connubio tra due città di mare come Trieste (la più lontana) e Bari (la più orientale). Non sapevo che ci fossero baresi che partecipano ogni anno alla nostra Coppa d’Autunno.
    Franco

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