bevagna | umbria

Week end lungo in Umbria.
Da tempo ci volevo andare e portarci tutta la mia famiglia, per un tour culturale, nel tentativo_ riuscito_ di smuovere le coscienze critiche ed estetiche, che ogni tanto si assopiscono, dei miei tre figli.
Così, quasi per caso, su suggerimento di amici, ci siamo imbattuti in questo gioiellino, nella piana Umbra, a pochi chilometri dalle più turistiche Assisi e Spello.
Rilassante b&b proprio fuori da una delle porte del paese. La Residenza Porta Guelfa è una comoda sistemazione, pulita e confortevole, con piscina, che con queste temperature non guasta affatto. Se ne occupa Michele dal sorriso accogliente, presenza  e attenta, ma discreta, ai bisogni della clientela, per lo più turisti stranieri, belgi e danesi, che si rilassano ai bordi della piscina.
Bastano poche decine di metri  per oltrepassare una delle porte di  Bevagna, piccolo borgo medioevale, raccolto all’interno di mura turrite: è come compiere un viaggio a ritroso nel tempo, indietro, fino al Medioevo.


Le sue viuzze strette e ben conservate, spesso adorne di fiori e piante ben curate, sembrano volerti condurre, tutte, alla centrale e bellissima Piazza Silvestri. Nuda, spigolosa geometricamente articolata, misteriosa è un oggetto prezioso che va guardato da tutte le angolature.
Due belle chiese duecentesche ti guardano silenziose.
La sera abbiamo passeggiato tra i vicoli di Bevagna, indisturbati. Pochi i turisti. Tanti i gatti.
Nessun rumore fastidioso o schiamazzo, nessuna sgomitata per poter camminare o noiosa coda per poter mangiare. Non le solite comitive di giapponesi munite di apparecchi elettronici di ogni tipo e omberellini parasole… sembra un sogno.
In un clima ovattato ci siamo addentrati nelle pieghe più nascoste del paese alla ricerca di qualche angolino speciale.
Qui tutto è  speciale. Le case semplici di mattoni, i palazzi, le viuzze seminascoste, le piazze, le chiese, semplici ma ricche di tesori….il silenzio. Un languorino ci assale _ per  miei figli è meglio parlare di fame da lupi.


Siamo fortunati. Sbattiamo il naso, infatti, proprio uscendo da piazza Silvestri e imboccando via Matteotti, in un curioso e minuscolo localino, tappezzato di libri, foto, calici, bottiglie, ceramiche. ..E’ “La Bottega Assù”. Vino, cucina olio e caramica. Così sta scritto sulla porta.
Insomma un po’ di tutto.

Sembra  che non ci sia né lo spazio ne il tempo per mangiare. Invece  ci sediamo fuori  su dei minuscoli tavolini verdi. Assunta ci  illustra il menù ci sollecita ad assaggiare l’olio del frantoio di Bevagna “Petasecca Donati, con il pane sfornato a Foligno appositamente per Assù.

Dopo poco dalla sua cucina escono delle vere prelibatezze: spaghetti pomodoro e un guanciale che si scioglie in bocca, pasta al tartufo nero e la specialità di questo posticino, la panzanella alla maniera di Assù (che proverò a replicare e posterò come ricetta della domenica). Il tutto annaffiato da un robusto Sagrantino della Cantine Adanti di Bevagna, che ci viene proposto da un amico di Assunta, Daniele, capitato li per caso, enologo di professione, che si siede con noi e ci illustra la storia di questo vitigno autoctono, coltivabile solo nella zona intorno a Bevagna, Montefalco e dintorni, famoso anche per il suo alto potenziale polifenolico. Come dire che se è risaputo che “vino rosso fa buon sangue”, nel caso del Sagrantino ciò vale ancora di più.

Siamo oramai a Trieste e l’Umbria è lontana. Nella mia dispensa ci sono dodici bottiglie di Sagrantino, cinque litri di Olio e il ricordo di un’Umbria low cost ma first class…

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