lubiana | presente, passato e futuro

Non mi capita spesso di andare a Lubiana, nonostante sia davvero vicina a Trieste, non più di un’oretta, in macchina. Ci sono stata l’altro sabato, in una splendida giornata di sole d’autunno.

Sono stata spinta dalla mia curiosità, stuzzicata da un post pescato su twitter, che parlava con entusiasmo di Metelkovala città di Metelko”, l’altra faccia di Lubiana, giovane, creativa, vivace, alternativa.Siamo partiti in macchina e arrivati dopo un’oretta, verso metà mattina.
Parcheggiare è un gioco da ragazzi  (nel centro di Lubiana ci sono numerosi parcheggi, sotteranei e non).

Non facciamo in tempo a fare due passi nelle belle piazze dal sapore mitteleuropeo sulle quali  si affacciano palazzi d’epoca illuminati dalla luce del mattino, che subito veniamo risucchiati dal mercato ortofrutticolo lungo gli argini della Lubjanica, il fiume che attraversa il centro della città, proprio sotto al Castello.

Sui banchi variopinti, montagne di mele, arance, patate, rape, cavoli bianchi e rossi… e dietro le vecchie contadine con il viso bruciato dal sole, le mani piegate dal duro lavoro, i grandi grembiuli logori.


C’è una fusione di odori, che vanno dall’aria frizzante di una mattina viennese lungo il Wienzeile al sapore di terra della pelle brunita dal sole delle contadine balcaniche, al sapore di  crauti acidi pressati nei tini di legno da venditrici che già da lontano si possono distinguere dal candore dei loro grembiuli e delle cuffie bianche.
Profumi, forme, colori di un tempo passato ma ancora attuale.


Due passi più là, oltre il fiume, tavolini ben apparecchiati ospitano gruppetti di giovani coppie intente all’aperitivo, carichi di pacchi e pacchetti di uno shopping mattutino che rivela una giovane e soprendente agiatezza.
Ancora due passi e si entra in un mondo diverso.


Un paio di scarpe pendono dal cielo appese ai cavi della luce e segnano la nostra via verso Metelkova. Man mano che ci si avvicina, aumenta il contrasto tra il vecchio e il nuovo, tra il consueto e lo sperimentale.


Metelkova era una vecchia caserma dell’esercito asburgico, usata in seguito anche da tutti gli eserciti passati su questo terreno.
Ora è un luogo alternativo dove i giovani possono esprimersi nel modo più audace.
Di giorno è deserta, la sera si anima anche più del mercato da poco visitato. Murales, installazioni, locali per bere o sfamarsi, e un sacco di scarpe di tutti i tipi e di tutti i colori, che pendono da cielo.
Un luogo alternativo e di libera, a volte quasi troppo libera, espressione.


Il cuore di Metelkova è sempre stata la sua prigione militare, luogo di costrizione,  torture, morte.  Celica  oggi è un ostello, pulito e moderno, ma testimone della storia passata: dormire a Metelkova in una cella modernamente arredata è esperienza da fare.

www.metelkovamesto.org
www.hostelcelica.com

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