Apetu

Giornata impegnativa.
Mi rendo sempre più conto che la fatidica data del 3 maggio _ Bavisela _ si sta avvicinando e che 21 km e 97metri _ che sono quelli più duri, mi precisa sempre l’amica di corse, Paola! Non sono affatto pochi.
Bisogna lavorare, quindi.
Oggi ho i tempi stretti. Alle 20 ho un impegno improrogabile. Decido, così, di iniziare l’allenamento con venti minuti di anticipo, partendo direttamente da casa alla volta del Porto vecchio.
Conto di arrivare in tempo per le 18.30, dietro al Magazzino 26.
E’ piacevole riscaldarsi correndo lentamente lungo le Rive. La temperatura è mite. Le luci della città si riflettono sul mare e contro un cielo che non è ancora nero.
Corro tra gente indaffarata a tornare a casa, tra coppiette avvinghiate sulle panchine, in riva al mare, protette da grandi cespugli di pitosforo. Passo, entrando in porto, davanti al giaciglio di fortuna, fatto di cartoni e vecchie coperte di donne, alla mia sinistra e di uomini, sulla destra cui la vita ha regalato la libertà.
Guardo l’orologio. Sono in leggero ritardo. Alla mia destra si ferma una macchina. E’ un’amica che mi offre un passaggio.
Ma io no, dura e pura, declino e vado avanti di corsa, pensando sempre a quei 21 k (e 97 metri).
Arrivo al punto d’incontro che il mio gruppo è già partito per il riscaldamento. Li raggiungo.
Ci sono tutti tranne Rita, infortunata dopo i 13 chilometri di domenica scorsa a Monfalcone.
Il programma è sempre, più o meno, quello.

Variazioni di ritmo, dopo un riscaldamento di 10/15 minuti.
Oggi 600 metri _ l’equivalente di un giro di Magazzino 26 _ veloci seguiti da 2 minuti di defaticamento per 6 volte. Un giro di corsa lentissima con 4 allunghi da 80 metri circa.
Non riesco a finire tutto il programma.
Dopo 3 giri devo abbandonare a causa del mio appuntamento.
Mi faccio l’ultimo giro lento con gli allunghi da sola e vado.
Stanca ma contenta. Totale allenamento 1h e 10 minuti senza dolori.
Ce la posso fare.